La chiesa di S. Francesco, in Piazza Risorgimento, fu costruita fra il 1904 e il 1910 su progetto dell’arch. Gaetano Moretti, in stile gotico lombardo. E° evidente il richiamo alla trecentesca chiesa, a breve distanza verso nord-est, annessa al Convento francescano, i cui resti furono demoliti negli anni ’30.
Del convento, la Società Gallaratese per gli Studi Patri si assunse l’onere di salvare la parte sud del vecchio chiostro, vale a dire l’attuale Chiostrino in Via Borgo Antico.
Nel 1960 la comunità delle Benedettine dell’Adorazione Perpetua del Ss. Sacramento di Ronco di Ghiffa (Novara) accettava l’invito dell’allora Prevosto di Gallarate Mons. Lodovico Gianazza per la fondazione di un monastero in città. Pertanto, accanto alla chiesa, nel 1965 si è costruito, su progetto dello Studio di Architettura C+3S, il monastero per le Suore Benedettine, alle quali è affidata la cura per la buona conservazione del tempio.
Visita della Chiesa
L’esterno della chiesa è scandito da mattoni rossi a vista, in contrasto con il bianco del granito di Montorfano.
La facciata è tripartita e nella parte superiore, sul fastigio, è scritta a grafite la dedica a S. Francesco d’Assisi. Sopra il portale principale c’è il mosaico, opera di Angelo Gianese, raffigurante il Santo tra le pecore e il lupo di Gubbio e le date 1226-1926.
L’interno è suddiviso in tre navate, di cui la maggiore ha tre campate quadrate, inizia e termina con due campate a pianta rettangolare.
Suddividono le navate otto colonne ottagonali e otto colonne cilindriche, in pietra di Mazzano. La decorazione pittorica della chiesa, opera del gallaratese Carlo Gasparoli, restaurata negli anni 1979/80 da Ginetto Longhi, segue e sottolinea i motivi architettonici.
Le vetrate delle navate laterali rappresentano figure di Santi legati all’Ordine Benedettino. In contro facciata, la trifora che rappresenta “La Trasfigurazione” è opera dell’artista che si firma Modulo A.D. 1980.
Sulle pareti della navata centrale, tondi dipinti dal pittore Giuseppe Lombardi nel 1909, rappresentano i visi dei terziari francescani.
In fondo alla navata di sinistra si trova la cappella dedicata alla “Sacra famiglia” con un dipinto ad encausto del Prof. Lombardi.
Il monocromo seppia, sotto il dipinto, raffigura “Gesù nel Tempio che disputa coi Dottori”, ai lati due teste di angeli musicanti e al sommo dell’arco “Il Mistico Agnello”.
Il sarcofago in pietra bianca, opera dello scultore A. Giaretta di Vicenza, su disegno dell’architetto e sacerdote Sacramentino Don Dante Maranta, ospita le spoglie mortali del Card. Efrem Forni, qui tumulate il 5 novembre 1977.
L’altare maggiore, dopo l’adeguamento alle vigenti normative liturgiche, evidenzia il tabernacolo nella forma di un piccolo tempietto gotico, punto focale dell’adorazione delle monache, su disegno dell’arch. Giuliano Tognella di Velate, realizzato dai maestri Borghi di Malnate.
La nuova mensa è quella dell’altare precedente. Le balaustre e il pulpito ligneo, come pure il confessionale, in stile gotico, sono opera dell’intagliatore Galli di Inverigo.
La grata divide il presbiterio dal coro delle monache di clausura. Nella volta del presbiterio, l’affresco di Romeo Rivetta raffigurante la “Gloria di S. Francesco”. Sulla parete di destra una grande tela del Vaccari che raffigura “La rinuncia di S. Francesco”.
Le tre vetrate absidali, se pur divise, trattano il tema de ”L’ Ultima Cena” e sono opera della pittrice Amalia Panigati che le ha dipinte nel 1971.
Tra le vetrate, l’organo dei Mascioni, maestri organari di Cuvio, completato nel 1971.
In fondo alla navata di destra si trova la cappella di S. Paolo, con il dipinto ad encausto del Prof. Lombardi, che rappresenta “La predicazione di S. Paolo nell’ Aeropago” tra i monocromi raffiguranti S. Pietro e S. Paolo.
Nella navata di destra, a fianco di un simulacro ligneo della Madonna di Fatima, una piccola porta si apre su Via Tenconi.