È previsto per l’ultimo giovedì del mese di gennaio, secondo una tradizione la cui origine si perde nella storia, il rogo della Giubbiana, evento che a Gallarate con l’organizzazione della Pro Loco porta ogni anno in un rione diverso il falò propiziatorio e la famosa risottata nella pentola del Guinnes dei Primati.
Un appuntamento immancabile per ogni gallaratese, quello con una tradizione celebrata in tutta la regione dell’Insubria.
Per conoscere più da vicino questo rito di passaggio che segna la fine dell’inverno e la rinascita delle colture, bisogna, però, fare un passo indietro lungo il tempo e la storia, per tornare alle tribù celtiche e alla presenza dei galli nel nord Italia. Le feste e i rituali di queste antiche popolazioni spesso prevedevano roghi propiziatori, che contribuivano a rendere fecondi i campi per l’agricoltura, allontanare le tenebre e le influenze negative, favorendo l’arrivo della stagione più calda.
Proprio questi falò, spesso, coinvolgevano un fantoccio dalle sembianze umane, per esorcizzare gli spiriti maligni e infecondi collegati con la stagione invernale.
Fiorì già in quegli anni lontani anche l’interpretazione delle fiamme, della loro altezza e direzione, del riverbero, e del fumo, poiché il diverso modo di ardere poteva significare una stagione prospera o meno. Anche il modo in cui brucia il fantoccio è fonte di auspici: se la Gioubia brucia completamente rimanendo salda sopra il falò il raccolto sarà buono, se al contrario il fantoccio cade mentre arde, si prevede malaugurio.